TURLE Grossi ravioli di patate e menta, generalmente conditi con panna di latte aggiunta ad un soffritto di aglio (o porro) e nocciole tostate. Con analogo ripieno si potevano preparare le turle fritte.

RAVIORE Sono considerate il piatto di Montegrosso Pian Latte. Sono fagottini ripieni di un considerevole numero di erbe selvatiche, tra cui l'erba amara, l'erba luisa, gli spinaci selvatici (engrari), menta, ortiche..ecc. Tradizionalmente erano conditi con acqua di cottura, poco burro, e abbondante formaggio pecorino; il recente incontro con l'olio extravergine di oliva ne ha esaltato il sapore. Esiste una variante a Cosio d'Arroscia in cui le Raviore, di dimensioni più grandi, sono cotte sulla piastra del forno.

BASTARDUI Chiamati anche "Lasagne Bastarde" o con curiosi nomignoli locali, sono una sorta di gnocchetti o maltagliati nel cui impasto vengono aggiunte verdure grossolanamente sminuzzate. Il loro condimento tradizionale è una salsa di panna e porri.

BRODU D'ERBE AMARE Minestra leggera con uovo sbattuto e trito di erba amara, una pianta aromatica spontanea, raccolta nel cammino o coltivate negli orti, a cui la tradizione attribuisce proprietà digestive.

MINIETTI Minestra riservata prevalentemente ai convalescenti, alle puerpere, ai bambini o agli anziani perché particolarmente digeribile. In un brodo insaporito dall'aglio, con alcune patate tagliate a piccoli dadini oppure in acqua con aggiunta di latte, al momento del bollore, vengono gettati piccoli grumi di farina lavorati finemente con acqua. Nella variante di Triora, con farina di castagne, prendono il nome di “bugarelli”.

PATATE IN LA' FOGLIA Sfornato di patate disposte in una teglia (la foglia) infarinata con latte e porri. Diffusissima in tutto l' areale del Monte Saccarello, sono considerate una specialità di Piaggia (Briga Alta).

TURTA DE PATATE Sul focolare, al centro della cucina o nel forno a legna, veniva cotta la torta bianca, con ripieno di patate, tagliate o schiacciate, “sciura de laite”, cipolla e a seconda delle stagioni verza, porro, menta o altre verdure. Nell'area brigasca prende il nome di “patatusa” o “tantriforusa”.

TURTELLI Simili come ingredienti alla torta di patate, si tratta di fagotti cotti al forno, o piccole torte da una porzione, ripieni di patate molto spesso accompagnati da altri ortaggi come i cavoli. Numerose sono le varianti locali o familiari.

AGLIE' Variante dell'aliolì provenzale. Si tratta di una salsa simile alla maionese, con patate ed un forte profumo di aglio, che si accompagnava alle lumache e alle patate bollite e più recentemente al bollito di gallina o di parti secondarie di vitello.

PAN FRITU Quando si infornava il pane, era usanza prelevare due porzioni dell'impasto: una veniva conservata come lievito e l'altra, tagliata a pezzetti e fritta, era consumata calda con aggiunta di sale o zucchero.

FRISCIOI Le minestre e le verdure cotte avanzate erano aggiunte alla base delle pastelle di farina e uova per fare i “friscioi” salati. Per i bambini, specialmente a carnevale, l'impasto prevedeva invece fette sottili di mele con l'aggiunta di zucchero (friscioi de mei).

SCIUMETTE I budini con i tuorli d'uovo o le torte venivano guarnite con le sciumette, albumi montati a neve, con lo zucchero e cotti, a cucchiaiate, nell latte bollente.

SUGELI Una pasta semplice di sola acqua e farina lavorata a gnocchetti con il tipico “corpu de diu” (l'aspetto è simile a quello delle orecchiette). Il condimento tradizionale è una salsa bianca a base di brusso. Possono essere considerati il piatto “nazionale” delle delle Alpi Marittime, in quanto diffusi in tutto l'areale del Monte Saccarello, nella terra brigasca, a Mendatica e nelle sue Malghe, a Triora nella Valle Argentina ed alcune varianti dal condimento diverso si ritrovano nelle Valli Occitane del Cuneese.

STREPPA E CACCIA LA' Piatto tipico delle Malghe di Mendatica. E' di fatto una variante veloce dei "sugeli”, di cui ne condivide l'impasto ed il condimento a base di brusso, ma la pasta viene “strappata” in pezzetti ed appiattiti con le dita prima di essere "buttati" direttamente nell'acqua bollente insieme a foglie di cavolo. rape e patate. E' probabile che l'evoluzione degli “streppa e caccialà” dai sugeli sia dovuta alle lunghe permanenze del pastore negli alpeggi lontano da quel minimo di comfort dell'abitazione (la madia, un piano su cui lavorare la pasta, etc) e soprattutto dalle cure femminili.